Una società moderna ed evoluta ha il compito di garantire il diritto al lavoro anche ai disabili. Ecco perché sono sempre auspicabili dei passi in avanti. In Italia, dopo oltre 15 anni, cambiano le norme per il diritto al lavoro delle persone disabili.
Da un lato vengono introdotte procedure che dovrebbero aumentare le opportunità professionali a favore dei disabili, dall’altro sono previsti incentivi alle aziende che sostengono questo tipo di inserimento.
Nel nostro paese c’è una normativa specifica che si occupa dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità: si tratta della legge numero 68 del 99, la cosiddetta legge sul collocamento obbligatorio, finalizzata a promuovere l’inserimento lavorativo in impieghi compatibili con le condizioni di salute e capacità lavorative della persona disabile.
Per essere iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio, gestite dalla Provincia, occorre un invalidità almeno del 46%. L’iscrizione presso le liste speciali è uno dei presupposti per l’inserimento lavorativo.
Quali sono invece le novità introdotte da settembre 2015?
Una delle novità di maggior rilievo è la possibilità, per il datore di lavoro, di procedere sempre e comunque con l’assunzione nominativa del lavoratore disabile, avendo così maggiore libertà nella scelta dei dipendenti disabili. Quindi potranno essere assunti solo i soggetti inseriti nelle apposite liste di collocamento, a discapito dell’assunzione a richiesta numerica.
L’altra innovazione riguarda le cosiddette quote di riserva. Finora la normativa di riferimento prevedeva che i datori di lavoro con almeno 15 dipendenti hanno l’obbligo di assumere un certo numero di persone con disabilità solo qualora procedano a nuove assunzioni. Ora, a decorrere dal gennaio 2017, si impone al datore di lavoro di avere alle proprie dipendenze lavoratori disabili secondo le quote stabilite indipendentemente da nuove assunzioni. Vale a dire che ossia l’obbligo di assumere un disabile scatterà in automatico al raggiungimento dei 15 lavoratori dipendenti, senza dover attendere la nuova assunzione.
Non solo: viene introdotta anche la possibilità di calcolare nella quota di riserva i lavoratori disabili che abbiano una riduzione della capacità lavorativa di una certa entità, anche se non sono stati assunti tramite le procedure del collocamento mirato.
Di grande importanza, rispetto alla normativa precedente, è inoltre la previsione dell’aumento degli incentivi in favore dei datori di lavoro che assumono disabili. In particolare, è stabilita l’erogazione dell’incentivo per la durata di 36 mesi e nella misura del 70%, oppure del 35% della retribuzione mensile a seconda del grado di riduzione della capacità lavorativa.
Infine, il contributo del 70% verrà esteso fino a 60 mesi in caso di assunzione di persone con disabilità intellettiva e psichica.
Il prossimo passo sarà la stesura delle nuove Linee guida per il collocamento mirato, previste entro 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto.
Buongiorno, mia sorella è stata riconosciuta, in sede di richiesta aggravamento, invalida al 100% con revisione nel 2020. In sede di visita per l’aggravamento non era stata richiesta contestualmente la valutazione ex l. 68. Abbiamo successivamente presentato domanda e abbiamo visita il 19/11 prossimo.
L’invalidita 100% è compatibile con l. 68?
Soprattutto potrebbe la commissione ridurre il 100% per riconoscere la l. 68? Questo comporterebbe la perdita della pensione di invalidità (circa euro 250) causando grave disagio in quanto unico “reddito” percepito da mia sorella disoccupata.
In sostanza è compatibile il 100% di invalidità con il riconoscimento della l. 68?
Vi ringrazio per ogni informazione utile riterrete opportuna.
Il riconoscimento dell’invalidità al 100% è perfettamente compatibile con l’inserimento lavorativo. Tuttavia, vi sono stati dei casi in cui l’Inps ha provveduto a ridurre la percentuale di invalidità sulla base di visite fatte nell’ambito della procedura per collocamento mirato. Non è quindi possibile fare previsioni.
buongiorno,gradirei sapere se posso avere agevolazioni in merito all’anticipo pensione.sono invalido civile al 75% per disabilità al braccio sinistro.tre anni fa ho avuto un incidente sul lavoro per un infortunio alla mano destra per il quale percepisco un indenizzo avendo 26 punti di invalidità permanente. ho 56 anni,lavoro al Comune da 20 anni,adesso praticamente ho perso l’uso di quasi totalmente le due braccia,perchè utilizzando la mano destra sempre e solo quella si stanca e mi fa male. la domanda è..non esiste una legge che accumuna tutte e due l invalidità e mi riconoscono una inabilità al lavoro.lo so che è un caso atipico.grazie comunque