
Criteri di legge per determinare l’invalidità civile. Secondo la legge il grado di invalidità si determina quantificando l’incidenza della menomazione, derivante dalle patologie di cui è affetto il disabile, sulla capacità di lavoro generico della persona.
Tale parametro per l’individuazione della percentuale d’invalidità civile è dunque la capacità lavorativa generica, presupponendo che sussista la capacità lavorativa per i soggetti adulti, esclusi i minorenni e gli ultrasessantacinquenni. Quest’ultimi sono esclusi dall’ordinamento giuridico dal mondo del lavoro per cui per loro il criteri distintivo diventa invece la difficoltà persistente a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età.
Questo doppio parametro indica la difficoltà nell’individuare un unico criterio valutativo di riferimento su cui poi basare la “Nuova tabella indicativa delle percentuali di invalidità” di cui al decreto del Ministero della sanità del 5 febbraio 1992, modificato con d.m. del 14 giugno 1994.
Nel testo dei decreti ministeriali è possibile già individuare dei parametri correttivi dell’invalidità civile che prevedono una variazione in aumento fino a 5 punti percentuali per gli adulti facendo riferimento alla capacità lavorativa specifica. Essa è intesa come l’incidenza della riduzione della capacità lavorativa sull’attività effettivamente svolta.
Altri 5 punti percentuali in aumento possono essere previsti in considerazione della capacità lavorativa semispecifica che è intesa come l’incidenza della menomazione sulle attività lavorative confacenti alle attitudini ed alle specializzazioni del disabile. E’ possibile al contrario anche una diminuzione fino a 5 punti percentuale qualora la menomazione non abbia alcuna incidenza sull’attività lavorativa effettivamente svolta dal disabile.
Ai fini del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento il parametro di riferimento è diverso e prescinde da qualsivoglia capacità di lavoro , riguardando solamente la indipendenza fisica del disabile. Ai fini, quindi, del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento è necessaria l‘impossibilità a deambulare e l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.
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Buongiorno,
sono Daniela ho 46 anni e, al momento, non so proprio cosa fare. Ho una invaliditá del 46% per emicrania e cefalea tensiva cronica e ho già perso un lavoro per le truppe assenze. Ora sto lavorando in una multinazionale americana dove sono stata assunta con un contratto per categorie protette. Anche qui, però, visto che ho almeno 3 forti attacchi di mal di testa alla settimana, continuo a fare assenze, e prima o poi mi licenziano. Tenendo conto che almeno una volta’anno vado in ospedale per circa due mesi per disintossicarmi da tutti i farmaci che prendo. Il problema è che se smettessi di lavorare lo stato mi darebbe solo circa 250 euro al mese e non potrei vivere con quella cifra visto che spendo 74 euro di mediCine al mese. Visto che non sono in grado di lavorare c’è un modo per farsi aumentare l’assegno di invalidità? Grazie