
La pensione, visti i criteri sempre più rigidi fissati dalla normativa, è divenuta quasi un miraggio. Tuttavia, per le persone invalide che hanno una capacità lavorativa ridotta a causa di una malattia, è prevista la possibilità di beneficiarne in anticipo.
In particolare, per ottenere la pensione anticipata a causa dell’invalidità, è necessario che la capacità lavorativa sia ridotta a meno di un quinto, mentre è sufficiente che lo sia a meno di un terzo per l’anticipo del trattamento sino a 5 anni.
Al contrario, l’esistenza o meno di un handicap, anche grave, non influisce sull’anticipo del trattamento, perché questo è legato solo alla riduzione della capacità lavorativa: un soggetto, difatti, può essere sia invalido che portatore di handicap, ma le due condizioni non vanno confuse, poiché l’invalidità indica la diminuzione della capacità lavorativa, mentre l’handicap indica la condizione di svantaggio che limita lo svolgimento del proprio ruolo sociale.
Per gli invalidi che possiedono un’invalidità pari all’80% o superiore, e cha hanno almeno vent’anni di contributi, è previsto l’anticipo della pensione di vecchiaia, a 60 anni per gli uomini, e a 55 anni per le donne, a patto che termini l’attività lavorativa. Qualora si sia già beneficiari di assegno d’invalidità ordinario, questo viene convertito d’ufficio in pensione di vecchiaia.
La pensione anticipata è prevista anche per i non vedenti: gli uomini possono andare in pensione a 55 anni, mentre le donne a 50.
Le persone con un’invalidità superiore al 74%, invece, hanno diritto al riconoscimento di 2 mesi di contributi figurativi aggiuntivi all’anno, sino ad un massimo di 5 anni. In questi casi, qualora si raggiunga il massimo cumulabile, è possibile anticipare la pensione di 5 anni.
Qualora, invece, sia riconosciuta l’inabilità, cioè l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, si avrà diritto alla pensione d’inabilità. Per questo trattamento bisognerà possedere, però, almeno 5 anni di anzianità assicurativa, e 3 anni contribuzione versata nell’ultimo quinquennio. La pensione è calcolata aggiungendo, alle settimane di contributi versati, una maggiorazione convenzionale, che copre il periodo mancante, dalla decorrenza del trattamento fino al raggiungimento di 60 anni d’età, sino ad un massimo di 40 anni di anzianità contributiva. Il trattamento è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa. Chi non possiede i requisiti contributivi ma è riconosciuto inabile, avrà invece diritto alla pensione d’inabilità per invalidi civili al 100%: si tratta di una prestazione dovuta a soggetti di età tra i 18 e i 65 anni, impossibilitati a svolgere qualsiasi attività lavorativa, con reddito inferiore a 16.532,10 Euro.
Mi scusi ma le avevo chiesto se con 17 anni di lavoro dipendente e 15 anni di autonomo ultimi contributi come badante ec da 3 anni senza lavoro inoltre ho 62 anni e 80 % di invalidità posso chiedere la pensione anticipata ? Grazie e buon lavoro