Contro il taglio all’assegno mensile per chi lavora, in arrivo un emendamento

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Contro lo stop all’assegno mensile per chi lavora, in arrivo un emendamento correttivo in sede di conversione Dl fiscale.

È notorio che l’Inps con Messaggio n. 3495 del 14 ottobre 2021 si è espresso sul requisito di inattività lavorativa, necessario per ottenere l’assegno mensile d’invalidità.

In arrivo emendamento contro il taglio all’assegno mensile per chi lavora

L’Inps ha deciso di applicare alla lettera quanto previsto dall’articolo 13 della legge n.118/1971, annunciando che da ora in poi, fermi restando i requisiti sanitari, l’assegno mensile di assistenza (previsto per gli invalidi civili parziali- dal 74% al 99%) non sarà erogato nel caso di attività lavorativa, anche minima.

In pratica, l’Inps ha recepito i pronunciamenti della Corte di Cassazione, andando a modificare le sue precedenti indicazioni sul diritto alla concessione dell’assegno mensile che veniva comunque erogato anche in caso di svolgimento di attività lavorativa minima che non superasse però i 4.931 euro annui di reddito personale. Così, a decorrere dal 14 ottobre, con il messaggio n. 3495 ha comunicato che l’assegno mensile sarà erogato solo in caso di provata inattività lavorativa dei richiedenti invalidi. Questo significa che colui che invece si occupa a tempo parziale di una attività retribuita si troverà a dover scegliere se mantenere l’attività lavorativa oppure l’assegno mensile.

Ciò ha sollevato ovviamente legittime proteste e mobilitazioni da parte di molte associazioni rappresentanti del mondo della disabilità in quanto tale misura rischia di allontanare la persona disabile dalla società, a discapito dell’inclusione e dell’inserimento lavorativo.

Si ricorda che l’assegno mensile di invalidità spetta agli invalidi civili parziali di età compresa tra i 18 e i 67 anni, nei cui confronti sia accertata una riduzione della capacità lavorativa nella misura pari o superiore al 74% e che non svolgono attività lavorativa.

Come riportato da un comunicato ANSA del 27 ottobre, su proposta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in sede di conversione Dl fiscale verrà presentato un emendamento che riporterà il riconoscimento dell’assegno di invalidità ai disabili, indipendentemente dallo svolgimento di un’attività lavorativa. “L’emendamento, riportando ad una corretta applicazione la normativa vigente, prevede che l’assegno mensile di invalidità dovrà essere riconosciuto a prescindere dallo svolgimento di un’attività lavorativa, dove quest’ultima non determini il superamento del limite di reddito considerato come condizione per l’accesso alla prestazione dall’attuale normativa”.

Aggiornamento del 04.12.2021:

L’assegno mensile spettante agli invalidi civili con una invalidità tra il 74 ed il 99% torna cumulabile con i redditi da lavoro. Lo prevede un emendamento al disegno di legge conversione del Decreto Fisco-Lavoro (D.L. n. 146/2021) approvato durante l’esame in Senato.

Tale modifica supera l’indirizzo interpretativo seguito dalla Corte di Cassazione e recepito di recente dall’INPS con il Messaggio n. 3495/2021.

L’emendamento specifica che il requisito dell’inattività lavorativa si intende in ogni caso soddisfatto allorché il reddito derivante dall’eventuale attività lavorativa del soggetto non determini il superamento del limite di reddito massimo (circa € 4900 annui) previsto per il riconoscimento dell’assegno mensile.

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