Collocamento mirato disabili: le nuove linee guida

Collocamento mirato disabili: le nuove linee guida

Sono state adottate le Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità previste dal Jobs Act, dopo più di sei anni di attesa.

Prima di analizzare le novità, facciamo un passo indietro.

Il Decreto Legislativo n. 151 del 14 settembre 2015 contenente al Capo I disposizioni di “Razionalizzazione e semplificazione in materia di inserimento mirato delle persone con disabilità” prevede all’articolo 1 comma 1, l’adozione, entro 180 giorni dall’entrata in vigore dello stesso, delle “linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità” attraverso uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

E proprio in attuazione dell’articolo 1 del D.Lgs. 151/2015, lo scorso 11 marzo 2022 è stato finalmente adottato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali il Decreto ministeriale n. 43/2022 contenente le “Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità”.

Nel testo del decreto n.42 dell’11 marzo che tali linee guida rappresentano uno strumento di “indirizzo e coordinamento a livello nazionale” e, pur non sostituendosi alle norme regionali che hanno regolamentato il collocamento mirato sui territori, vogliono dare un “quadro di riferimento complessivo rispetto a principi, interventi e metodologie di attuazione”, ispirandosi alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità ed “in considerazione degli obiettivi della Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 presentata dalla Commissione europea”.

Nello specifico, gli interventi e le indicazioni previste dalle Linee guida sono diretti a:

  • Favorire, sull’intero territorio nazionale, la presenza e la fruibilità di servizi, strumenti e risorse adeguati, secondo i principi delle pari opportunità, a beneficio dei cittadini con disabilità e delle imprese interessati dalla normativa sul collocamento mirato;
  • Sostenere la standardizzazione dei processi di attuazione delle norme sul territorio nazionale, da parte dei servizi competenti, al fine di ridurre i divari territoriali che penalizzano vaste aree del Paese;
  • Orientare le azioni del sistema nella prospettiva di un miglioramento continuo dell’efficacia delle prestazioni, supportato da attività di monitoraggio e da una condivisione delle pratiche valide tra le diverse realtà locali.

Inoltre, le linee guida propongono:

  • la necessità di un approccio di mainstreaming della disabilità (per mainstreaming si intende il fatto che le questioni legate alla disabilità debbano essere prese in considerazione tanto nella pianificazione quanto nell’esecuzione di tutte le politiche che abbiano un certo impatto sulla società) non solo in termini di equità e di rispetto di diritti, ma anche in chiave di crescita economica e valorizzazione del potenziale di sviluppo del Paese e di tutte le sue componenti e risorse.
  • l’adozione di una piattaforma informatica accessibile e dinamica per la raccolta sistematica delle buone pratiche di inclusione lavorativa per innalzare gli standard di gestione e assicurare la disponibilità di modelli replicabili di azioni, procedure e progettualità;
  • il ricorso alla figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro pubblici e di figure e competenze di disabilty management nei contesti privati – anche nel quadro di organismi aziendali di gestione della diversità e inclusione – prevedendo la possibilità, anche per le PMI, di attingere a competenze disponibili sul territorio;
  • l’introduzione e consolidamento, da parte delle amministrazioni competenti, di meccanismi e clausole premianti negli appalti pubblici a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro;
  • Promozione di campagne di comunicazione e valorizzazione della responsabilità sociale delle imprese che “garantiscano buoni risultati quantitativi e qualitativi sul piano occupazionale e producano i necessari cambiamenti culturali sulla tematica della disabilità in contesti organizzativi e produttivi”;
  • Riorganizzazione dei servizi per il collocamento mirato, basata sui principi contenuti nell’articolo 1 del Decreto Legislativo numero 151/2015, attraverso l’identificazione dei responsabili dei procedimenti, senza “trascurare le peculiarità territoriali e le implicazioni di governance del sistema conseguenti alla loro adozione”.

Inoltre, hanno un ruolo importante nel nuovo schema del collocamento mirato gli strumenti dell’accomodamento ragionevole, il rafforzamento delle competenze degli operatori dei Centri per l’Impiego, il più ampio coinvolgimento del lavoratore nel progetto di inserimento e mantenimento al lavoro, il ricorso al patto di servizio e l’impegno a garantire adeguata informazione e lavoratori e datori di lavoro attraverso carte dei servizi.

La verifica sull’attuazione delle Linee guida sul collocamento mirato è affidata al monitoraggio annuale da parte del Ministero del lavoro in collaborazione con ANPAL, coinvolgendo anche le amministrazioni regionali competenti.

Entro diciotto mesi dall’adozione delle medesime Linee guida, i servizi competenti sono chiamati ad attuare una ricognizione per verificare la permanenza nelle liste del collocamento mirato per le persone iscritte da più di ventiquattro mesi identificando le cause prevalenti della loro perdurante condizione di disoccupazione e il numero di offerte di lavoro presentate loro nel medesimo periodo.

Informazioni su Avv. Nadia Delle Side 634 Articoli
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